Newsletter n. 23 – Un differente punto di vista

Scuola di Architettura del Politecnico di Milano
Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano
(progetto di Vittoriano Viganò, 1970-1985)

Più andavo avanti con la mia ricerca, più capivo che attraverso progetti, artefatti e processi, producevo conoscenza.

Come racchiudere il percorso della ricerca in una frase. L’abbiamo estratta dalla lettera di Ilaria Valente pubblicata su questo nuovo numero di Frontiere. Perché nella sua semplicità e precisione, nel parlare di ricerca, rende quasi plastico il concetto del produrre conoscenza. Progetti, artefatti, processi, che discendono da idee, respiri, visioni.

Ed è proprio una visione diversa, quella che rende una ricerca diversa dalle altre, quella che fa di un semplice progetto, un progetto speciale. Scaturisce da quegli sguardi che ci rapiscono quando giriamo per i laboratori, quando conosciamo i ricercatori, le ricercatrici, quando siamo davanti a qualcosa di nuovo, che era solo in attesa di essere visto.

Un bambino che guarda il cielo, un’app che disvela architetture, che a loro volta fanno riaffiorare la storia, i numeri che rendono sicuri i ponti, l’energia nel suo eterno ritorno. È questo che vi raccontiamo in questo nuovo numero di Frontiere.


Edoardo Bocchi
Edoardo Bocchi

Viviamo in una società dove il ruolo dell’immagine è cruciale. Per questo siamo inconsapevolmente vittima di quei ‘bias’ per cui anche nella ricerca scientifica cerchiamo risultati che “si vedano” e che possibilmente “si tocchino”.

Quando parliamo di matematica, può metterci in difficoltà non riscontrare questa concretezza. Non a caso, uno degli ambiti di ricerca odierni è quello dei modelli teorici. Ma sono veramente così teorici? In realtà basta poco per capire come il nostro mondo sia pervaso dalle innumerevoli applicazioni pratiche della matematica.

Per renderci questo mondo più familiare, abbiamo intervistato Edoardo Bocchi, che ci ha raccontato il progetto THANAFSI. Ci ha spiegato come stia lavorando su modelli per comprendere pienamente l’interazione tra fluidi e strutture. Per farlo prende in considerazione, tra i tanti, due problemi molto concreti: la stabilità dei ponti sospesi sotto l’azione del vento e l’impatto delle onde oceaniche sui convertitori di energia marina.


«Fare ricerca nell’ambito dell’architettura vuol dire affrontare un terreno vasto e sfaccettato, perché l’architettura è per sua natura una pratica artistica, tecnica e sociale che affronta le trasformazioni dello spazio abitato a molteplici scale. Ci possono essere molti stili diversi di fare ricerca, ma al centro, ed è la caratteristica peculiare dell’architettura, si colloca il progetto – di architettura, architettonico e urbano –attraverso cui si produce il pensiero e la conoscenza».

Ilaria Valente, docente e già Preside della Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni, racconta di sé e del suo rapporto quotidiano con l’architettura in questa lettera aperta. Rapporto non sempre facile, ma sempre molto ricco e stimolante.


Tommaso Ghidini (foto © Cristiano Bonassera)

Da quella sensazione provata quando aveva tre anni tenendo in mano la cloche di un aereo, la sua vita è stata segnata dalla passione per il volo e lo spazio. Una brillante carriera che da Ingegneria meccanica lo ha portato a dirigere il Dipartimento di Meccanica dell’ESA. Parliamo di Tommaso Ghidini, che abbiamo incontrato prima della sua lezione inaugurale al corso di Additive manufacturing for Space application.

Appassionato e travolgente nel raccontare i progetti di esplorazione umana sulla Luna e su Marte, ci ha raccontato come si svolgerà la vita dei “campeggiatori” lunari, il riciclo sostenibile, i vantaggi della stampante 3D, gli ologrammi che terranno compagnia agli astronauti nei tre lunghi anni che li attendono lontani dalla Terra, oltre alle altre innumerevoli ricerche in corso.


Le batterie agli ioni di litio, utilizzate nel settore automotive, sono prodotti modulari: si passa dal livello “pacco batteria”, che si trova all’interno del veicolo, per arrivare al livello “modulo”, e poi al livello “cella”.

C’è una variabilità elevata in termini di geometria delle celle e di materiali utilizzati al loro interno. Questo rende complesso il processo di riciclo, sotto diversi aspetti.

Come riusciamo a riciclarle, quindi? Ci sono principalmente due catene di processi che vengono utilizzate. Ce le spiega Marcello Colledani, docente di De-Manufacturing.


marco biagi mostra l'app Archimapping
Marco Biagi mostra l’app Archimapping

Mappare, valorizzare e far scoprire a milanesi e no l’architettura moderna della città. Tutto questo nell’app Archimapping, sviluppata dal Politecnico. Disponibile in italiano e in inglese, ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio architettonico contemporaneo di Milano, includendo i cento edifici più significativi, dalla fondazione dell’Unità d’Italia fino ai giorni nostri.

L’app trasforma Milano in un vasto museo di architettura contemporanea accessibile a tutti, suggerendo percorsi tematici e permettendo di creare itinerari personalizzati basati su criteri tipologici, geografici, autoriali e cronologici. Un modo per promuovere territorio e architettura tra cittadini, studenti e turisti, permettendo alle persone di riconoscersi nel proprio luogo di residenza. Ci racconta tutto ciò l’architetto Marco Biagi.

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