Sulle rotte dell’interculturalità a Milano sul filobus 90/91

Attraverso lo studio il filobus 90/91 di Milano, Martina Bovo, ricercatrice del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano, ha esplorato la diversità urbana e le sfide dell’interculturalità. Utilizzando un approccio etnografico, ha analizzato le complesse dinamiche sociali e spaziali che si manifestano quotidianamente all’interno di questo spazio pubblico compresso.

Filobus 90
Filobus 90 in viaggio sulla circonvallazione esterna di Milano © John Doe / CC-BY-SA-3.0

L’idea di questa ricerca è nata durante una conversazione tra Paola Briata, docente di Etnografia Urbana del Politecnico, e un autista del filobus 90/91 di nome Claudio, che ha lavorato sulla linea per quarant’anni. Claudio ha condiviso con la professoressa le sue osservazioni sul cambiamento di Milano nel corso degli anni, soprattutto lungo la linea 90/91. Da questa conversazione, è emersa l’idea di utilizzare il filobus come punto di osservazione per studiare la città e sviluppare una attività di ricerca nell’ambito del corso di Etnografia Urbana della Scuola AUIC, a cui collaboro con il professor Massimo Bricocoli e la professoressa Paola Briata.

La linea 90/91 attraversa otto dei nove municipi di Milano, ad eccezione del centro storico, toccando punti nodali come Piazzale Susa e la Stazione Centrale. Funziona 24 ore su 24, servendo una vasta gamma di passeggeri, dai chi si reca a lavoro molto presto ai turisti, dagli studenti ai senzatetto. Questa diversità di utenti rende la linea 90/91 un microcosmo della città, riflettendo le sue dinamiche sociali e spaziali.

Lo studio è stato condotto nel corso di tre anni accademici, coinvolgendo circa un centinaio di studenti. Utilizzando un approccio etnografico, gli studenti hanno trascorso del tempo sul filobus, osservando e interagendo con i passeggeri e gli spazi circostanti. Questo approccio ha permesso loro di cogliere la complessità della vita urbana e di esplorare temi come la convivenza multiculturale, le disuguaglianze socio-spaziali e le dinamiche di interazione tra le diverse comunità presenti sulla linea 90/91. Uno dei cambiamenti che abbiamo osservato è stata la crescente diversità degli studenti del corso. Negli ultimi anni abbiamo visto una maggiore diversificazione delle nazionalità rappresentate, il che ha portato a una pluralità di prospettive, approcci alla ricerca e letture dei temi delle disuguaglianze socio-spaziali e delle sfide legate alla convivenza interculturale.

Un elemento interessante è stata l’attenzione che questo filobus ha portato su Milano, al di là di alcune narrazioni comuni. Un giovane studente belga ha condotto un lavoro molto significativo, raccogliendo e fotografando tutti gli annunci di lavoro e di posti letto presenti alle fermate dei filobus. Si trattava principalmente di annunci cartacei appesi ai pali delle fermate, su cui erano scritti numeri di telefono. Lo studente ha mappato tutte queste segnalazioni, evidenziando così un aspetto poco noto della città. Contrariamente alla percezione di Milano come una città policentrica, ha scoperto che la maggior parte di questi annunci si trovava al di fuori della cerchia dalle linee dei filobus 90 e 91. Questo ha svelato una Milano fortemente polarizzata tra il centro e la periferia, dove il mercato del lavoro e le opportunità di alloggio sono prevalentemente situati al di fuori del centro cittadino.

Un altro studente ha esplorato un aspetto poco conosciuto delle linee dei filobus, andando oltre la narrazione comune che le considera solamente luoghi frequentati da senzatetto durante la notte. Ha raccontato di come diversi gruppi sociali utilizzino questi mezzi come prolungamento dei loro spazi di socializzazione, come ad esempio i giovani che frequentano locali notturni. Questo ha sollevato interessanti interrogativi riguardo agli incontri e alle interazioni tra diverse comunità all’interno del filobus. Uno studente eritreo ha interagito con passeggeri connazionali e ha riportato come episodi di discriminazione siano ancora frequenti sul bus, gettando luce sul fatto che, anche in una città come Milano, questo tema sia ancora molto attuale.

Attualmente, mi sto concentrando sulla relazione tra processi migratori e città, con un focus sulle infrastrutture di arrivo e sulle risorse offerte dalla città ai nuovi arrivati. Questo tema si inserisce nel percorso di ricerca di dottorato che ho intrapreso al Politecnico e si è poi esteso a livello internazionale. Sto attualmente lavorando presso la KU Leuven, in Belgio, ad un progetto di ricerca europeo che esplora il ruolo delle infrastrutture di arrivo nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti in diverse città europee.

Martina Bovo, ricreatrice del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico di Milano

Cercherò di continuare a sviluppare il mio lavoro nel campo delle politiche urbane e sociali, mi piacerebbe continuare a farlo anche al Politecnico. Vorrei esplorare nuovi approcci e collaborazioni interdisciplinari per affrontare le sfide urbane contemporanee e contribuire al dibattito pubblico sulla governance delle città e sulla convivenza interculturale.

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