“Il bello dell’architettura è la sua interdisciplinarità”

Ilaria Valente docente di Architettura e Vicerettrice alle Relazioni Internazionali
Ilaria Valente docente di Architettura e Vicerettrice alle Relazioni Internazionali

Cara Ricerca,

io e te ci siamo confrontate quotidianamente in questi anni, in un rapporto non sempre facile, ma sempre molto ricco e stimolante.

Fare ricerca nell’ambito dell’architettura vuol dire affrontare un terreno vasto e sfaccettato, perché l’architettura è per sua natura una pratica artistica, tecnica e sociale che affronta le trasformazioni dello spazio abitato a molteplici scale. Ci possono essere molti stili diversi di fare ricerca, ma al centro, ed è la caratteristica peculiare dell’architettura, si colloca il progetto (di architettura, architettonico e urbano), attraverso cui si produce il pensiero e la conoscenza.

La forza del progetto come strumento di ricerca scientifica e artistica si applica a sperimentazioni specifiche sul campo, per risolvere problemi concreti dello spazio abitato. E proprio attraverso la produzione e il confronto di tali sperimentazioni si riescono a mettere a punto criteri, metodologie e risultati che poi possiamo condividere e trasmettere.

Più andavo avanti con la mia ricerca, più capivo che attraverso progetti, artefatti e processi, producevo conoscenza.

Ilaria Valente in occasione della presentazione alla stampa della Mostra "About Future" che raccoglie i migliori progetti e modelli degli studenti della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano, prodotta e ospitata da Armani Silos - 16 maggio 2019
Ilaria Valente in occasione della presentazione alla stampa della Mostra “About Future” che raccoglie i migliori progetti e modelli degli studenti della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano, prodotta e ospitata da Armani Silos – 16 maggio 2019

Il bello di fare ricerca in architettura è la sua interdisciplinarità, poiché l’architettura, da sempre, affronta la sintesi dei saperi che ne sono fondamento e lavora “al limite” di altre discipline.

Una peculiarità della ricerca che conduciamo quotidianamente nell’università è di poter essere condotta in parallelo nella didattica, insieme agli studenti, nei laboratori di progettazione (o design studios, come sono nominati a livello internazionale): questo avviene in tutte le scuole di architettura, in Europa e nel Mondo.

Ilaria Valente a una presentazione nello spazio Mostre di Architettura
Ilaria Valente a una presentazione nello spazio Mostre di Architettura

In quanto architetto fin dagli anni della mia formazione universitaria ho avuto l’opportunità di percorrere un cammino in cui ho affinato una mia propria idea, sulla finalità dell’operare progettuale, ad esempio nel rapporto con la città e più in generale con i contesti, sulla finalità etica ed estetica dell’architettura e ho avuto modo di approfondire i miei strumenti e il mio linguaggio.

Ma sono convinta che la ricerca non debba essere solamente “personale”, poiché in molti casi, e sempre di più oggi, questo percorso è condiviso con altri, con gruppi di progettisti con cui si collabora spesso per lunghi anni (per fare un esempio, il caso milanese più classico è quello dei BBPR, ma questo avviene anche in ambito accademico).

Torre Velasca Studio BBPR

Attraverso i progetti e le opere si misura l’avanzamento della disciplina, in parallelo si sviluppa il terreno della teoria, che ne codifica i termini. Di conseguenza, la ricerca nell’ambito dell’architettura si sostanzia in progetti, opere e scritti.

Proprio per la diversità dei suoi “prodotti” l’orizzonte della ricerca è dunque complesso, per questo è molto dibattuta oggi anche la sua misurabilità e la valutazione degli esiti in ambito scientifico e accademico. La qualità della ricerca è affidata a processi di peer review, dove la priorità e il peso dei diversi prodotti non è sempre di facile o univoca analisi.

Su questo tema abbiamo lavorato, negli anni recenti, nella EAAE (European Association for Architectural Education) producendo una “Charter on Architectural Research” per tentare di dare un contributo di riferimento alle Scuole, ai Dipartimenti, alle Istituzioni di ricerca. La carta è stata prodotta nella consapevolezza che “l’architettura sta affrontando le sfide della crisi climatica, della globalizzazione, dell’urbanizzazione e della trasformazione sociale che richiedono una ricerca vitale.

Parallelamente, gli orizzonti della sperimentazione architettonica si stanno espandendo rapidamente con lo sviluppo di nuove tecnologie e media. Se vogliamo comprendere, spiegare, anticipare e influenzare le conseguenze di questi cambiamenti, la ricerca è essenziale. Inoltre, la ricerca è essenziale per la continua espansione della base di conoscenza della disciplina, per lo sviluppo della comprensione dello spazio e per il miglioramento dell’insegnamento, dell’apprendimento e della pratica dell’architettura.

Sede della Scuola di Architettura del Politecnico di Milano
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