Il tessitore di reti per la crescita verde

Appassionato di energie rinnovabili, Adedoyin Adebodun Adeleke, più familiarmente Ade, grazie al suo lavoro di networking, di sensibilizzazione dei giovani sui temi ambientali nelle scuole secondarie africane e al fitto lavoro di diplomazia scientifica sta contribuendo a portare un reale cambiamento nelle decisioni dei politici africani e non solo.

Il suo messaggio pone al centro della politica climatica i giovani, poiché sono loro che vedranno i frutti delle misure intraprese oggi.

Si è laureato in ingegneria meccanica alla Obafemi Awolowo University in Nigeria, ha conseguito un master in studi multidisciplinari, ingegneria, economia e prospettiva giuridica delle questioni energetiche, presso l’Università di Ibadan (Nigeria), e un dottorato di ricerca presso il Politecnico di Milano nell’ambito della Cattedra UNESCO in Energia per lo Sviluppo Sostenibile. Ha vinto premi e riconoscimenti in tutto il mondo per il suo lavoro. Lo abbiamo incontrato in una delle rare pause in Italia in procinto di partire per il Giappone.

Adedoyin Adeleke con Michael Regan, amministratore dell’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti al Forum dei giovani leader africani e della diaspora della Casa Bianca nell’ambito del vertice dei leader USA-Africa del presidente Joe Biden

Ci racconti da dove nasce la tua passione per le energie rinnovabili?

La mia passione per l’energia nasce dai miei studi e dall’incontro con un docente, il dott. Muritala, che affermò che “un’ora di luce del sole all’alba può alimentare l’energia del mondo per un anno”. Ero cresciuto conoscendo il perenne deficit di approvvigionamento energetico in Nigeria, e una simile affermazione ha solleticato il mio animo curioso e indagatore. Se un’ora di luce solare è in grado di soddisfare la domanda globale di elettricità per un anno, cosa stiamo mai aspettando? È questa la domanda che mi ha guidato nei miei studi.

Quindi, una volta conseguita la triennale, ho visitato le università più rinomate della Nigeria ponendo una sola domanda: “Avete un corso di laurea magistrale sulle energie rinnovabili?”. Oggi la mia passione è per la crescita verde e per come l’accesso all’energia sostenibile debba guidare questa crescita. Inoltre, un tempo il mio obiettivo era la Nigeria, ma negli ultimi sette anni il mio interesse si è spostato sull’intera Africa.

Di che cosa ti sei occupato nella tua tesi di dottorato, che hai discusso di recente?

Per il dottorato presso il Polimi, ho lavorato sul nesso tra energia e sviluppo focalizzandomi sui Paesi in via di sviluppo, grazie al fantastico supporto della mia relatrice, la Prof.ssa Emanuela Colombo.

Attraverso la ricerca ci siamo resi conto che spesso destinare interamente i fondi per gli interventi di sviluppo a progetti energetici non è l’approccio più efficace per raggiungere tale sviluppo. Se si spendono tutti i fondi a disposizione per garantire l’accesso all’energia, gli abitanti del villaggio potrebbero anche avere energia 24 ore su 24 e tuttavia le loro attività rimarrebbero invariate, perché privi dei soldi necessari per acquistare le apparecchiature adatte a sfruttarla: gli studenti della comunità rurale non hanno computer; l’ospedale può contare sull’elettricità, ma non dispone di frigoriferi per refrigerare i vaccini; non ci sono apparecchiature elettriche da utilizzare per fornire cure mediche avanzate. Pertanto, il livello di sviluppo e le condizioni di vita rimangono pressoché invariati.

Sviluppo di un digestore flessibile per l’energia pulita – Scuola secondaria della Christ Apostolic Church, Makurdi, stato di Benue, Nigeria – 2022

Qual è allora il modo più efficace per generare un cambiamento positivo?

Guardando alle varie opzioni politiche ho esaminato quelle in grado di dare un contributo ai risultati di sviluppo dei progetti e dei fondi destinati agli interventi energetici. Quello che ho capito è che una parte dei fondi per l’accesso all’energia dovrebbe essere destinata ad attività complementari.

Talvolta accade perfino che pur essendoci elettricità la gente non possa permettersela, allora come si fa a migliorare la loro capacità economica? Per esempio, fornendo prestiti agevolati o sovvenzioni agli imprenditori locali e a coloro che desiderano avviare nuove attività, quali il miglioramento dell’istruzione e l’acquisto di attrezzature mediche. Un approccio olistico allo sviluppo è migliore rispetto alla prospettiva settoriale o a un impatto monodimensionale.

Ci parli del tuo lavoro all’interno del gruppo di ricerca del Dipartimento di Energia e della Cattedra UNESCO?

La mia ricerca si colloca all’incrocio tra transizione energetica, sviluppo e politica, con particolare attenzione al continente africano. L’obiettivo del mio lavoro è quello di influenzare i responsabili politici sviluppando strumenti scientifici e analisi per l’elaborazione di politiche basate su evidenze e riguardanti l’accesso all’energia. La finalità è quella di massimizzare i risultati di sviluppo, in particolare gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Tale ricerca aiuterà inoltre a ottimizzare l’allocazione delle risorse. Questo fa parte delle attività principali del nostro gruppo di ricerca, Sustainable Energy System Analysis and Modelling (SESAM), in cui sviluppiamo diversi scenari per i responsabili politici in modo da supportarli nel compimento di scelte informate.

Oltre al lavoro di tesi, ho partecipato ad altri progetti di ricerca quali il progetto Horizon 2020 “Long-Term Joint Research and Innovation Partnership on Renewable Energy between the European Union and the African Union” (progetto LEAP-RE) e sono stato coinvolto nella valutazione dell’impatto dei progetti energetici in Nigeria grazie alla Cattedra UNESCO in Energia per lo Sviluppo Sostenibile.

Il programma delle cattedre UNESCO promuove la cooperazione interuniversitaria a livello internazionale per migliorare le capacità istituzionali attraverso la condivisione delle conoscenze in modo da affrontare le sfide globali. Le Cattedre fungono da think tank e da ponte tra il mondo accademico, la società civile, le comunità locali e la politica.

Dalla sua istituzione nel 2012, la Cattedra UNESCO in Energia per lo Sviluppo Sostenibile del Politecnico di Milano articola le sue attività su tre pilastri principali: Diplomazia scientifica, Ricerca per lo sviluppo locale, Istruzione e sviluppo di capacità. Quindi sicuramente il nostro lavoro è nell’ambito della scienza, della diplomazia e del processo decisionale basato sull’evidenza, il che significa utilizzare prove scientifiche per informare la politica.

Sei stato nominato tra i 30 migliori under 30 nell’ambito dell’educazione ambientale, tra i 40 under 40 nell’ambito dell’energia solare e tra i 100 principali personaggi chiave dell’Africa nell’ambito del Corporate eLearning. Come sei riuscito a ottenere così tanti riconoscimenti a livello globale?

Mi sono stati riconosciuti la creatività e l’impatto delle iniziative che ho lanciato e introdotto all’interno del Green Growth Africa Sustainability Network (#GreenGrowthAfrica), un’organizzazione senza scopo di lucro che ho fondato per fornire soluzioni di sviluppo ecologiche in grado di aiutare ad affrontare il deficit di sviluppo dell’Africa. I riconoscimenti sono stati assegnati sulla base della creatività e dell’impatto del nostro programma di mentoring per la ricerca e del programma di educazione ambientale (ora EcoHeroes Initiative), che sono stati introdotti in 22 paesi africani.

La nomina tra i “40 under 40 Changemakers” nel settore globale dell’energia solare da parte della Renewable Energy World di proprietà di Pennwell Corporation, negli Stati Uniti, è stata il primo riconoscimento, seguita dal mio inserimento tra i “30 Under 30 Game Changers in Environmental Education” da parte della North American Association for Environmental Education (NAAEE), sempre negli Stati Uniti. Ciò mi ha reso il primo africano a ricevere il prestigioso riconoscimento. Poi è stata la volta della nomina tra i primi 100 personaggi chiave nel Corporate eLearning da parte di Bob Little Press e Public Relations, nel Regno Unito.

Di recente anche Green Growth Africa ha vinto due prestigiosi premi: l’Okayama Award 2022 per l’educazione allo sviluppo sostenibile (ESD) in Giappone e il premio Pratt & Whitney E-STEM negli Stati Uniti.

Ade alla consegna del Premio Okayama Award 2022

Di recente hai partecipato alla COP27 dell’UNFCCC. Cosa è successo a Sharm El Sheikh, in Egitto, e chi ha incontrato?

Sì, ho partecipato alla COP27 a novembre 2022. Ho avuto una conversazione con l’ex vicepresidente americano Al Gore, leader globale e una delle voci più importanti in materia di giustizia climatica, nonché fondatore del progetto Climate Reality. Ho avuto anche una conversazione con il Presidente della African Development Bank, il dott. Akinwumi Adesina. Ho parlato a vari eventi collaterali organizzati dal WWF, dall’Earth Day e dal Climate Equity Collaborative. Ho cercato di far passare questi messaggi chiave:

Sebbene sia necessario continuare ad espandere il portafoglio ambientale a livello globale, gran parte della vittoria sull’azione per il clima risiede nella trasformazione delle attività di sviluppo e delle operazioni, in modo da integrare la dimensione ambientale nelle attività sociali ed economiche verso la costruzione di economie verdi e blu.

La situazione climatica viene delineata nell’arco di decenni (circa 20 – 30 anni), pertanto le azioni intraprese oggi in merito al cambiamento climatico avranno il loro pieno impatto solo tra 20 – 30 anni. Questo significa che i responsabili politici odierni saranno “fuori dai giochi” quando l’impatto significativo della loro politica climatica sarà visibile. È quindi fondamentale porre al centro della politica climatica i giovani, poiché vivranno in quei giorni e vedranno i frutti delle misure intraprese oggi.

In che modo tutti questi incontri e tutte le reti instaurate sono essenziali per il tuo lavoro?

Gli scienziati spesso limitano la comunicazione scientifica a riviste e conferenze del settore; quindi, stiamo semplicemente riciclando la conoscenza tra gli scienziati che limitano l’impatto della scienza sulla politica.

Ho deciso di dare il mio contributo affinché questa lacuna sia colmata lavorando sull’interazione tra scienza, politica e pratica. Pertanto, l’opportunità di interagire regolarmente con le parti interessate in riunioni politiche di alto livello si rivela fondamentale per il mio lavoro.

Inoltre, la costruzione di reti e di partnership è cruciale per affrontare questioni complesse, in particolare per garantire strumenti e sostegno ai giovani. I giovani sono il gruppo più colpito dalla crisi climatica, ma rappresentano anche la più ampia fetta della popolazione mondiale in grado di offrire soluzioni di sviluppo.

Parli spesso dei giovani, di come l’Africa abbia un’alta percentuale di giovani e della tua ricerca per migliorare le loro condizioni di vita. Sono loro l’obiettivo principale della tua ONG, Green Growth Africa?

Sì, #GreenGrowthAfrica istruisce e responsabilizza i giovani attraverso un’educazione ambientale tangibile e orientata alla pratica nelle scuole secondarie africane. Fino ad oggi, il programma ha avuto un impatto su oltre 3.000 studenti, 44 insegnanti e 156 famiglie in Nigeria, Sud Africa, Ghana, Camerun, Kenya e Uganda, estendendosi anche a scuole negli Stati Uniti e in Italia, ma non solo Green Growth Africa si impegna a garantire innovazione e sviluppo e a introdurre soluzioni ecologiche per lo sviluppo socio-economico volte a far fronte alle sfide dell’Africa legate proprio allo sviluppo.

Gestiamo una rete interdisciplinare di 1.400 professionisti, ricercatori, studenti e giovani provenienti da 139 paesi in tutto il mondo, che si impegnano a conseguire una crescita economica socialmente inclusiva e un percorso di sviluppo a basse emissioni di carbonio, resiliente ai cambiamenti climatici ed efficiente in termini di risorse; mantiene e migliora la biodiversità e gli ecosistemi.

Scuola bilingue, Belabo, Camerun – Creazione di un sistema di gestione sostenibile delle risorse naturali a Belabo – 2022

Cosa consiglieresti a uno studente appassionato di tematiche ambientali?

Ai giovani di tutto il mondo direi che abbiamo delle capacità e che siamo in una fase della nostra vita in cui possiamo essere più innovativi, più produttivi e più in grado di guidare il cambiamento verso la realizzazione di uno sviluppo capace di trasformare la realtà. Siamo molto curiosi e non rimarremo senza aver fatto qualcosa di significativo per il nostro mondo. Quindi, è importante che raccogliamo quante più informazioni per poi trovare un modo con cui applicarle e guidare il cambiamento.

Si ringrazia Manuela Nebuloni per la collaborazione

Condividi