Non tutti conoscono le cariche di professore emerito e onorario: sono i più elevati gradi accademici a livello nazionale e internazionale, e rappresentano il riconoscimento finale di una carriera scientifica e universitaria di particolare e riconosciuto prestigio.
Ma non si tratta di semplici titoli di cui fregiarsi. Infatti, i professori emeriti e onorari sono da una parte un elemento fondamentale per la costruzione della memoria di una grande università come la nostra, dall’altra, parte integrante e particolarmente vitale della variegata comunità politecnica.
Con la videorubrica “Impronte politecniche” desideriamo valorizzare il prezioso legame tra passato e futuro, mettendo a confronto alcuni dei nostri professori e professoresse emeriti o onorari con docenti attualmente in attività che sono stati loro allievi, in conversazioni al tempo stesso amichevoli e autorevoli.
Ripercorrendo il vissuto dei grandi dell’ingegneria, dell’architettura e del design, e mettendolo a confronto con il mondo della ricerca di oggi, dimostreremo ancora una volta il potente ruolo che ha la storia nel farci comprendere il presente.
Per il primo appuntamento vi portiamo nell’iconica aula Giulio Natta, sui cui sedili e banchi in legno, generazioni di studenti hanno seguito le più diverse lezioni di ingegneria. Qui abbiamo incontrato Sergio Carrà, docente di chimica fisica dal 1968 in varie università italiane, e dal 1972 professore di termodinamica dell’ingegneria chimica al Politecnico di Milano. A dialogare con lui, Maurizio Masi, docente di food manufaturing.
Seguiamo le impronte del professor Carrà grazie alla sua vivida voce. Rivivremo la sua carriera accademica su e giù per la Penisola; i rapporti con i maestri, i colleghi e gli studenti; le sue considerazioni sull’intreccio tra ricerca di base e applicata, tra scienziati e ingegneri. Attraverso aneddoti di prima mano, ripercorreremo il cammino dell’ingegneria chimica italiana, dalla sua graduale apertura al mondo fino ai progressi raggiunti in questo nuovo secolo.