Newsletter n. 8 – Lasciarsi sorprendere dalla ricerca

Il simulatore di guida DriSMi

È di qualche giorno fa la notizia del ritrovamento dei due taccuini di Charles Darwin sottratti 22 anni fa alla biblioteca dell’Università di Cambridge.

Immaginatevi la scena. La bibliotecaria trova davanti alla porta del suo ufficio un sacchetto regalo rosa. Lo apre, e al suo interno trova una busta di carta marrone. Su questa, un messaggio, un gesto di cortesia che presto assumerà una piega beffarda: “Alla bibliotecaria. Buona Pasqua. Baci”. Apre la busta, per trovarvi dentro una scatola blu. Dentro, ancora, qualcosa avvolto nella pellicola trasparente. Un tramezzino? No. Erano proprio quei taccuini la cui scomparsa era emersa 15 mesi fa.

“Stavo tremando”, ha dichiarato la protagonista di questa storia. E se ci pensiamo, è proprio lo stato d’animo in cui deve trovarsi un ricercatore quando si trova davanti a una nuova scoperta; quando le sue ipotesi sono all’improvviso confermate, o totalmente smentite; quando nel tentativo di trovare qualcosa, ne trova invece un’altra, magari ancor più importante di quella originaria.

Anche questo numero di Frontiere è pieno di sorprese. Sapete, ad esempio, che il ferro utilizzato in uno dei pugnali ritrovati nel sarcofago di Tutankhamon è di origine meteoritica e non terrestre? Vi immaginate il professor Dadda nel 1954, trasportare dagli Stati Uniti su una nave il primo calcolatore elettronico numerico universitario d’Europa in mezzo alle balle di cotone? Conoscete il simulatore dinamico di guida più innovativo sul mercato? È al nostro campus in Bovisa. Sapete chi predisse che “il futuro sarà dei curiosi di professione”? Lo scoprirete. Per ora vi basti sapere che aveva ragione.

Perché la ricerca non è solo un calcolo, una formula, una consequenzialità ineluttabile di cause ed effetti. Bisogna anche essere disposti a lasciarsi sorprendere, per trovare quello che si cerca. Non a caso, è proprio in uno di quei taccuini ritrovati, che tra appunti scientifici e riflessioni più private, Darwin annota:

Ma chi, al cospetto della Terra, coperta di splendide savane e foreste, oserebbe dire che l’intelletto è l’unico scopo di questo mondo?


5A: la tecnologia al servizio del sociale

Un assistente virtuale che permetta alle persone con Disturbi dello Spettro Autistico di vivere più facilmente la città, facilitando la loro autonomia e migliorando la loro qualità della vita. È questo l’obiettivo del progetto 5A, su cui stanno lavorando i ricercatori di I3lab.

La ricerca prevede l’utilizzo di applicazioni interattive innovative basate su smartphone e visori indossabili, che integrano Realtà Virtuale Immersiva, Realtà aumentata e Agenti Conversazionali. In pratica, sarà come avere un amico virtuale che, accompagnando l’utente per la città, lo aiuterà nel destreggiarsi in particolari situazioni o prendere decisioni non sempre immediate.

Ci facciamo raccontare tutti i dettagli e le possibili applicazioni da Franca Garzotto, responsabile scientifica di 5A.


Voci di Frontiere – Obiettivo Emissioni 0

Abbattere le emissioni di CO2, soprattutto nella mobilità, è una delle sfide del prossimo futuro. Riusciremo a raggiungere l’obiettivo? E come? La protagonista del nostro podcast è Isabella Nova, docente di Chimica Industriale e Tecnologica.


Dalla California al Politecnico il primo “cervellone” d’Europa

Era il 1951 quando il rettore Gino Cassinis ordinò alla casa di produzione californiana Computer Research Corporation, con i fondi del piano Marshall, un calcolatore elettronico numerico a programma registrato. Ma fu Luigi Dadda a portarlo via nave dall’America in un viaggio rocambolesco.

È la storia di CRC-102A, il primo calcolatore elettronico numerico universitario d’Europa che nel 1954 arrivò al Politecnico di Milano. Scoprite con noi quello che “fu il punto di partenza per una nuova attività di ricerca, di insegnamento e di divulgazione che diede inizio all’informatica italiana”, per usare le parole di Dadda.


FOTONOTIZIA

Le opere d’arte non smettono mai di parlarci. Raccontano il mondo, ma sanno anche raccontare sé stesse.

Per capirle meglio ci viene incontro la fotonica, che negli ultimi decenni ha permesso lo sviluppo di dispositivi ottici e spettroscopici sempre più precisi, portabili e ridotti in dimensioni, in grado di svelarci lo stato di conservazione di un’opera, così come la tecnica e i materiali usati dall’artista, senza rovinarla.

Daniela Comelli ci accompagna in un viaggio nel tempo, punteggiato dalle straordinarie opere su cui ha lavorato il suo gruppo di ricerca ArtIS: i pugnali ritrovati nel sarcofago di re Tutankhamon, un manoscritto della Biblioteca Trivulziana di Milano, il David e la Pietà Rondanini di Michelangelo e i dipinti di Van Gogh e Picasso.


Il più innovativo simulatore di guida è al Politecnico di Milano

DiM400 è il modello più innovativo di simulatore dinamico di guida ad oggi esistente sul mercato, e si trova oggi al nostro campus di Bovisa, grazie al cofinanziamento di Regione Lombardia e alla progettazione e ingegnerizzazione di VI-grade. È uno strumento unico per lo sviluppo della mobilità sostenibile.

Provarlo in prima persona è veramente un’esperienza: nell’abitacolo troviamo un grande schermo panoramico che mostra quello che vedremmo su un veicolo reale, un ambiente vibro-acustico realistico, i comandi del veicolo che ci restituiscono gli stessi feedback della guida. Grazie ai suoi movimenti e ai sistemi attivi integrati, siamo sottoposti esattamente alle stesse forze a cui saremmo sottoposti nella realtà.

Abbiamo realizzato un video per portarvi con noi a provarlo.


Carlo Ratti

Il futuro sarà dei curiosi di professione

Carlo Ratti, architetto e ingegnere che ha fondato lo studio CRA e dirige il Senseable City Lab al MIT di Boston, è attualmente visiting professor presso il Politecnico di Milano. Alla prima lezione del suo corso, che ha voluto dedicare alla “Strategic vision for the building Engineering for the future”, l’aula era gremita di studenti italiani e stranieri che sapevano di avere davanti un guru delle città del futuro, dalla mente fervida e curiosa.

Noi di Frontiere l’abbiamo intervistato, e in quest’occasione ci ha raccontato in modo coinvolgente e originale la sua visione di città contemporanea, l’ibridazione fra naturale e artificiale, l’importanza dei big data come strumento per interpretare la città e i suoi bisogni.

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