La metafora della ricerca come viaggio – e del viaggio come ricerca – ci è particolarmente cara, come avrete intuito dalla nostra testata. È la metafora più antica proprio perché è anche la metafora dell’intero genere umano. Fatti non foste a viver come bruti… Vi ricorda qualcosa, no? È un pensiero sicuramente alla base della scienza, della tecnologia, della ricerca. Ma è un pensiero che in fondo ritroviamo in tutti noi, descrive le nostre esistenze, ci rende parte di un qualcosa che ci unisce in una storia comune.
Le nostre radici sono importanti: nel logo del nostro Politecnico leggiamo un luogo, Milano, e un tempo, 1863. Siamo partiti da lì, ma nel frattempo abbiamo attraversato 159 anni e siamo parte di un sistema di ricerca e conoscenza globale che ci rende non più solo il Politecnico di Milano, ma un Politecnico del mondo.
Non è quindi stato un caso conoscere al Polo di Cremona Sebastian, ricercatore che dopo aver letteralmente girato il mondo con i suoi strumenti musicali nello zaino, si è innamorato della città dei liutai. Ed eccolo da noi, ad occuparsi di violini e intelligenza artificiale.
Abbiamo poi incontrato Nicola Colaninno, che grazie a una Global Fellowship avrà invece l’opportunità opposta: partendo da Milano, approfondire le sue ricerche sulle isole di calore urbane in un itinerario che lo condurrà nei prossimi mesi a Boston, Barcellona e Delft.
A proposito, se volete approfondire il tema del cambiamento climatico, date un’occhiata al nuovo video #ilPOLIMIrisponde, dove Maddalena Buffoli vi spiega come dovremo adeguare le nostre città a questi fenomeni.
Uno spiacevole viaggio che abbiamo intrapreso insieme due anni fa, è purtroppo quello della pandemia. È la ricerca, con progetti come MEV, il ventilatore polmonare per le emergenze, ad aiutarci con i suoi progressi ad uscirne prima possibile.
Nei nostri laboratori di fotonica, invece, continuiamo a studiare la luce, che da millenni continuiamo a inseguire nel suo viaggio, sperando un giorno di raggiungerla. Ci riusciremo? La risposta non è così scontata.
Pensate che Enrico Forlanini, nostro laureato classe 1848, a trent’anni scriveva:
Mi ero proposto di costruire una macchinetta a vapore che, mettendo in moto gli elici, potesse sollevarsi liberamente in volo…
Lui ci riuscì. Altri, cinquant’anni fa, mettevano piede sulla Luna. Alcuni di noi, tra qualche tempo, passeggeranno su Marte. Come vedete, quasi sempre il viaggio ci porta prima di quanto crediamo nei luoghi che meno ci aspettiamo…
Viaggiando alla ricerca di nuovi strumenti per affrontare il cambiamento climatico
Qual è l’ultima volta in cui vi siete detti: “Ecco, questo è l’obiettivo di una vita che si realizza”? Nicola Colaninno, ricercatore al Dipartimento di Architettura e Studi Urbani, ci racconta il suo, di momento. È una storia che parla di impegno, perseveranza, passione. Perché vincere una Global Postdoctoral Fellowship del programma europeo Marie Skłodowska-Curie non è proprio cosa da poco. Vuol dire avere la possibilità di fare ricerca per tre anni in giro per il mondo. Lasciamoci descrivere il suo progetto MultiCAST, che affronterà il fenomeno delle isole urbane di calore, e proporrà sistemi per mitigare gli effetti di questo fenomeno climatico attraverso pianificazione e politiche urbane.
Il ventilatore polmonare per le emergenze diventa realtà
Se c’è qualcosa che ci dà speranza in questo lungo e avvilente periodo di pandemia di covid è la ricerca. È come se le circostanze di emergenza rappresentino delle sfide ancora più ineludibili per gli scienziati. L’affanno sulle terapie intensive ha fatto sì che nascesse l’idea di MEV, progetto per un ventilatore polmonare d’emergenza. Gianfranco Beniamino Fiore ci ha spiegato come funziona questo dispositivo, che modulando la miscela respiratoria moltiplica il numero di pazienti a cui è possibile dare assistenza con lo stesso numero di macchine. È solo il primo di una serie di progetti ad alto impatto sociale finanziati con i fondi di Polisocial Award.
FOTONOTIZIA
Questo è Enrico Forlanini al Lago Maggiore, su uno dei primi idrotteri, in un raro scatto del 1903.
Il sogno di volare sopra al traffico milanese in aerotaxi potrebbe diventare presto una realtà, quando Milano ospiterà le Olimpiadi Invernali. Ma la passione della nostra città per il volo ha origini lontane. Il primo elicottero fu una geniale idea del giovane Forlanini, ingegnere laureato al Politecnico di Milano. In questo numero, vi raccontiamo la storia di questo grande aeronauta.
Il laboratorio dove si studiano le mille applicazioni della luce
Sono ben 14 i laboratori che si occupano di fotonica al nostro Dipartimento di Fisica. La loro rete costituisce il “Laboratorio di Fotonica per la salute, l’agroalimentare e i beni culturali”, luoghi magici dove lo studio della luce viene impiegato per lo sviluppo di metodi e tecniche innovative.
Nel video che abbiamo realizzato, vi proponiamo un tour attraverso tre dei tanti ambiti di ricerca che vi si svolgono. La prima è l’analisi funzionale del cervello e dei muscoli nell’essere umano, grazie alla spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso, tecnica non invasiva e valida alternativa rispetto alla tradizionale risonanza magnetica funzionale. Arriviamo da tutt’altra parte con le tecniche di imaging e spettroscopia per l’arte, che ci forniscono importanti informazioni su stato di conversazione e tecniche utilizzate per la realizzazione delle opere. Infine, abbiamo lo studio di tessuti, organi e organismi in ambito biomedico, come ad esempio la morfologia del cervello e delle sue malattie, le disfunzioni cardiovascolari, la rigenerazione cellulare.
La liuteria sposa l’intelligenza artificiale
“Gli scalpellini del sud della Francia, gli orafi fiamminghi, i liutai italiani, le tradizioni che hanno creato il terreno fertile in cui la scienza poteva finalmente decollare e cambiare il mondo in modi mai immaginati prima”. È questa l’idea di Europa cui aspirava Sebastian Gonzalez, quando ha iniziato ad appassionarsi di strumenti musicali in un fiabesco laboratorio nella Bassa Sassonia. Ne è seguito un giro del mondo alla caccia di quell’immaginario, solo lui e i suoi strumenti. Per ora si è fermato a Cremona, dove studia le applicazioni dell’intelligenza artificiale alla liuteria. Ma sentiamo dalle sue parole che cosa l’ha fatto innamorare di questa nostra città.