La storia dell’idraulica inizia al Laboratorio Fantoli

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, abbiamo deciso di tornare alle origini del celeberrimo Laboratorio di Idraulica “Gaudenzio Fantoli” grazie a un viaggio negli Archivi Storici del Politecnico di Milano, dove abbiamo trovato i bellissimi materiali che accompagnano il nostro racconto.

Laboratorio Fantoli
Laboratorio Fantoli ca. 1940 © Politecnico di Milano

Gli albori

Lo studio dell’idraulica al Politecnico di Milano ha una storia affascinante, che affonda le radici fino agli inizi della nostra storia.

L’Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche risale ai primissimi anni di quello che allora era chiamato il Regio Istituto Tecnico Superiore. Qui venivano impartiti insegnamenti fondamentali riguardanti il governo e la condotta delle acque. Uno sviluppo che si rivelò cruciale in un periodo di crescente interesse per le scienze applicate e le tecniche ingegneristiche, che trovavano nella gestione delle risorse idriche uno dei loro settori più vitali.

Nel 1933, in un locale sotterraneo della Regia Scuola di Ingegneria di Milano, incominciò a funzionare un laboratorio dotato di attrezzature di base per le prime esperienze.

In particolare, questo laboratorio “provvisorio” era caratterizzato da un impianto fisso per la circolazione di una modesta portata idrica, una vasca serbatoio aperta sul pavimento, una pompa che sollevava l’acqua ad un piccolo serbatoio sopraelevato a livello costante posto in un locale al pianterreno, e una condotta che poteva alimentare le esperienze attraverso apposite derivazioni. A completamento dell’installazione fissa, c’era infine un canale a pareti di vetro a fondo orizzontale lungo 4 m, con sezione rettangolare di larghezza variabile fino a un massimo di 50 cm.

Questa fase pionieristica aveva gettato le basi per l’inizio dell’attività sperimentale che si suddivise in due indirizzi principali: uno tecnico, volto a supportare la progettazione delle opere idrauliche, e uno scientifico, dedicato allo studio del moto delle acque.

Le prime ricerche condotte nel laboratorio furono fondamentali per il progresso delle conoscenze nel campo idraulico. Tra le attività svolte, si possono citare gli studi sulla normalizzazione degli apparecchi di misura della portata delle correnti in pressione, ricerche sui modellatori a risalto, l’erosione a valle delle traverse e le dighe tracimanti.

Chi era Gaudenzio Fantoli

Nominato professore di idraulica nel 1925, Gaudenzio Fantoli ebbe un ruolo centrale nella promozione della ricerca e dell’insegnamento delle scienze idrauliche. Nonostante i suoi impegni come Direttore del Regio Politecnico, grazie all’importanza e all’originalità degli studi compiuti fu riconosciuto come autorevole e indiscusso Capo della Scuola Idraulica Italiana.

La sua visione e il suo impegno avevano portato alla creazione del laboratorio, che sarebbe diventato un punto di riferimento per la comunità scientifica e per gli ingegneri del settore.

Accanto all’attività scientifica, Gaudenzio Fantoli svolse importanti compiti nel campo della tecnica operante, come consigliere e consulente ascoltato di pubbliche amministrazioni e di enti diversi. Basti ricordare che a lui risale il merito di avere promosso l’istituzione del Servizio Idrografico Nazionale, tracciando le direttive per la sua organizzazione e richiamando l’attenzione sulla necessità di una disciplina per la costruzione delle grandi dighe di ritenuta.

L’inaugurazione del laboratorio

Il laboratorio era stato denominato provvisorio perché fin dalla sua creazione era in progetto un suo ampliamento. Dopo sei anni, il 17 giugno 1939, si tenne l’inaugurazione del laboratorio definitivo.

Invito all’inaugurazione del nuovo laboratorio, 1939 © Politecnico di Milano

Questo non era solo un nuovo spazio fisico per la ricerca, ma segnava l’inizio di una nuova era per l’Istituto di Idraulica e Costruzioni Idrauliche. Qui, teoria e pratica si sarebbero unite per generare innovazioni nel campo della gestione delle acque, costituendo il principale strumento di attività scientifica e tecnica del Centro Lombardo di Ricerche Idrauliche.

La cerimonia di inaugurazione si svolse alla presenza della Direzione, del Consiglio di Amministrazione, del Consiglio dei Professori del Politecnico e del Comitato direttivo del Centro Lombardo, frutto della collaborazione tra il CNR e la nostra università. La partecipazione delle autorità accademiche e scientifiche sottolineava l’importanza di questo evento.

Il laboratorio fu intitolato a Gaudenzio Fantoli in segno di riconoscimento per il suo prezioso contributo alla scienza idraulica. Grazie a un primo finanziamento del CNR e a successivi contributi da parte della Fondazione Politecnica, nonché da enti e aziende locali, fu possibile la creazione di questa struttura, destinata a diventare un centro di eccellenza per la ricerca.

Com’era

Ancora per qualche anno, i due laboratori, collegati fra loro da un passaggio sotterraneo, funzionarono in parallelo. Successivamente, tutta la ricerca sperimentale venne trasferita nel nuovo, e il primo venne trasformato in officina di falegnameria, attrezzata per la costruzione di modelli di opere idrauliche destinate alle prove. Gli uffici dell’Istituto si spostarono in una sede più ampia al piano superiore, e nei locali rimasti vuoti fu sistemata una piccola officina meccanica e organizzato il deposito delle apparecchiature scientifiche.

Alla sua inaugurazione, il laboratorio Fantoli era composto da due ampi saloni: uno situato nel seminterrato e l’altro al piano rialzato, per una lunghezza interna totale di 57 metri, di cui 50 metri utili per le installazioni sperimentali.

Nel 1956, la costruzione di un sopralzo consentì la realizzazione di un terzo salone al primo piano, di dimensioni equivalenti ai precedenti, ma privo di strutture interne, rendendolo così ideale per ospitare i grandiosi modelli tipici dell’idraulica fluviale.

Canale per esperienze idrauliche ca.1940 © Politecnico di Milano

Com’è

Nel corso degli anni, il laboratorio ha conosciuto significativi ampliamenti, trasformandosi in un centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione nel campo dell’idraulica. Oggi il laboratorio fa parte del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale ed è diretto dal professor Stefano Malavasi.

Attualmente dispone di un’area complessiva di 2.400 metri quadri, arricchita da ampie aperture nei pavimenti intermedi dei tre saloni, che permettono l’installazione di modelli di notevole altezza. Anche le installazioni permanenti, progettate per garantire il ricircolo dell’acqua necessaria per le esperienze, sono state ampliate nel tempo per soddisfare le crescenti esigenze della ricerca scientifica.

Il laboratorio Fantoli non è soltanto un centro di ricerca, ma si è affermato come un polo di formazione e innovazione, dove le nuove generazioni di ingegneri esplorano le meraviglie dell’idraulica. La dedica a Gaudenzio Fantoli resta un faro di ispirazione, un richiamo all’importanza dell’impegno nella ricerca scientifica e nell’educazione, che possono davvero trasformare la società e migliorare la gestione delle risorse idriche.

L’attuale sede include, oltre al laboratorio G. Fantoli, un’officina per la costruzione di modelli, una piccola officina meccanica, spazi di deposito e un’area dedicata agli uffici, che ospita anche la Biblioteca Fantoli, un prezioso lascito dell’illustre fondatore.

Questa pietra miliare nella storia dell’idraulica e delle costruzioni idrauliche all’interno dello storico campus è simbolo di evoluzione continua e di impegno costante nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, che continua a caratterizzare l’attività del Politecnico di Milano.

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